L’allungamento della vita media e della sua durata massima hanno stimolato un particolare interesse nello studio dei processi dell’invecchiamento. A tal proposito è stato ormai dimostrato che il consumo moderato di vino rosso riduce i disturbi neurologici correlati all’età quali degenerazione maculare, ictus e deficit cognitivi con o senza demenza.
Il resveratrolo è stato considerato come uno degli ingredienti fondamentali responsabili dell’azione preventiva del vino rosso grazie alla sua ben documentata azione contro i radicali liberi, le proprietà anti-infiammatorie, oltre alla capacità di migliorare la clearance di beta-amiloide, il cui aumento è caratteristico della malattia di Alzheimer, di modulare gli effettori intracellulari associati allo stress ossidativo, l’omeostasi dell’energia neuronale, la morte di cellule programmate e longevità.
Ma cos’è quindi il resveratrolo?
Si tratta di una fitoalessina naturale sintetizzata in risposta ad attacchi fungini o ad agenti abiotici come esposizione ai raggi ultravioletti, presente nella buccia degli acini di uva e nel vino rosso, estratto principalmente da Polygonum cuspidatum, una pianta che già gli antichi conoscevano e usavano per le sue proprietà lassative e componente del Ko-jo-kon, una medicina orientale utilizzata proprio per curare le malattie cardio-vascolari ed epatiche.
Il resveratrolo, come molte fitoalessine, possiede un ampio profilo biologico:
- inibisce la perossidazione lipidica
- rallenta l’aggregazione piastrinica,
- altera il metabolismo lipidico,
- promuove azioni antinfiammatorie
- ha azione vaso-rilassante,
- inibisce i danni indotti dai radicali liberi,
- è un agonista dei recettori degli estrogeni,
- induce l’apoptosi in cellule cancerogene (come fanno anche i flavonoidi ginesteina e quercitina ed altri polifenoli,
- attiva le sirtuine, enzimi coinvolti nell’invecchiamento cellulare e nell’induzione della senescenza.
Un celebre studio italiano ha infatti dimostrato come somministrando 100 e 400 mg a due gruppi distinti di ratti si otteneva una maggior sopravvivenza degli animali del 59%. Non si tratta solo di prolungare la vita degli animali da esperimento ma anche di migliorarne la sua qualità: già Sinclair nel 2005 aveva dimostrato come la stimolazione del sistema delle sirtuine riduce il peso e il grasso corporeo in un gruppo di ratti da esperimento.
Le sirtuine sono una classe di deacetilasi NADdipendenti responsabili della risposta al danno al DNA, implicate nella modulazione trascrizionale del silenziamento di geni nei processi di invecchiamento e sopravvivenza cellulare. Un gran numero di sirtuine sembrano essere coinvolte nel promuovere la longevità nei mammiferi. Il resveratrolo attiva la sirtuina umana 1 (SIRT 1), omologo di SIR 2 (Silencing Information Regulator) del lievito. Le sirtuine in particolare inducono il processo cellulare di autofagia che consente alle cellule di riciclare il proprio contenuto e di rimuovere in modo selettivo mitocondri e altri organelli danneggiati, come mostrato in figura 1. Oltre a ciò SIRT 1 è coinvolta in una molteplicità di eventi cellulari e metabolici con un ruolo cardine in molti di essi. Per esempio essa mobilita i grassi dal tessuto adiposo bloccando l’attività dei recettori PPARgamma (peroxisome proliferatoractivated receptor-gamma) attraverso la sua interazione con il corepressore del recettore nucleare NCOR . Inoltre, reprime l’attività trascrizionale del fattore nucleare NF-kappa B deacetilando la subunità p65. SIRT 1 modula anche il metabolismo cellulare mitocondriale grazie alla deacetilazione operata sul co-attivatore del recettore PPAR-gamma, PGC1alpha e la sopravvivenza cellulare in condizioni di stress grazie all’interazione con le proteine FOXO.
L’impiego in clinica del resveratrolo ha comunque alcune importanti limitazioni: il resveratrolo è facilmente ossidabile. Anche in una normale bottiglia di vino il resveratrolo in essa contenuto si ossida rapidamente una volta che questa viene aperta. Il contatto con l’ossigeno e la semplice esposizione alla luce attivano un processo di ossidazione che trasforma il resveratrolo dalla forma trans attiva a quella cis inattiva. Inoltre ha un rapido metabolismo: il trans resveratrolo è assorbito completamente dall’intestino, ma viene rapidamente convertito in due metaboliti, il trans-resveratrolo-3-Oglucuronide e il trans-resveratrolo-3-sulfato le cui reali attività non sono ben note. Anche in questo caso la presenza di altri polifenoli dell’uva sembra ritardare il metabolismo del resveratrolo ma ovviamente si tratta di alcune decine di minuti, non di ore. La realtà è che per permettere al resveratrolo di esercitare la sua azione salutistica l’assunzione deve essere ripetuta e frequente nell’arco della giornata; la maggior parte degli studi clinici oggi disponibili sono in realtà sull’effetto preventivo sulle malattie cardiovascolari del vino rosso (e riguardano quindi non uno ma più polifenoli con l’importante variabile dell’effetto vasodilatore di moderate quantità di alcool), sulla possibile azione chemopreventiva e dimagrante del resveratrolo.
La prevalenza dell’obesità è aumentata negli ultimi decenni e sta raggiungendo proporzioni epidemiche.
Pertanto, la comunità scientifica è interessata a biomolecole attive, che possono essere utili nella gestione del peso corporeo. Il resveratrolo riduce l’accumulo di grassi attraverso la diminuzione dell’adipogenesi e della lipogenesi de novo nel tessuto adiposo bianco mentre per quanto riguarda il tessuto adiposo marrone, aumenta la capacità di termogenesi adattativa. Per quanto riguarda il fegato e il muscolo scheletrico, il resveratrolo aumenta l’ossidazione lipidica in entrambi i tessuti come confermano numerosi studi effettuati sui roditori.
Ricapitolando le interessanti azioni del resveratrolo che sono tuttora in fase di studio e che fanno sperare in un grande aiuto per la nostra salute sono:
- antiossidante (pertanto usato come anti-aging);
- inibisce l’aggregazione piastrinica;
- protegge il fegato dalla perossidazione lipidica ;
- inibisce l’ossidazione delle LDL assumendo cosi un ruolo importante nella prevenzione delle malattie coronariche ;
- interviene sui tre stadi della carcinogenesi: iniziazione, promozione e progressione;
- proprietà estrogeniche: è stata infatti osservata una affinità strutturale tra il resveratrolo e il dietilstilbestrolo (quindi potenziale fitoestrogeno);
- antivirale.
Per godere dei benefici del resveratrolo a scopo terapeutico, però, non è sufficiente il classico bicchiere di vino: la quantità di resveratrolo dovrebbe infatti aggirarsi intorno ai 50 mg e per ottenere tale risultato dovremmo bere al giorno più di due litri di vino rosso (E NON FATELO!).
Per ovviare a questo inconveniente, senza ubriacarci, si può ricorrere al resveratrolo in forma di integratore alimentare presente in commercio in diverse posologie e forme farmaceutiche. Gli studi farmacologici e clinici disponibili non riportano tossicità, né effetti collaterali significativi e non sono note controindicazioni particolari, eccetto per l’ipersensibilità individuale. Non va comunque assunto mai in gravidanza e durante l’allattamento.